Abitazioni di lusso e piscina: partiamo dalla categoria catastale
- A/1 Abitazioni di tipo signorile
- A/2 Abitazioni di tipo civile
- A/3 Abitazioni di tipo economico
- A/4 Abitazioni di tipo popolare
- A/5 Abitazioni di tipo ultrapopolare
- A/6 Abitazioni di tipo rurale
- A/7 Abitazioni in villini
- A/8 Abitazioni in ville
- A/9 Castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici
- A/10 Uffici e studi privati
- A/11 Abitazioni ed alloggi tipici dei luoghi
Tasse e piscina: come cambia la categoria catastale
Premesso che una piscina, nella stragrande maggioranza dei casi, porta ad un incremento del valore di mercato dell’immobile, ci sono alcune condizioni in cui la costruzione di una piscina porta anche ad una variazione, verso l’alto, della categoria catastale, con un conseguente aumento delle tasse. Secondo il Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 2 Agosto 1969, che regolamenta proprio la questione della categoria catastale degli immobili, il passaggio a categoria di lusso è una questione relativa alle dimensioni della piscina, non al fatto di avere la piscina o meno.
Se la piscina ha una superficie da 80 metri quadrati in su, allora l’immobile -di qualunque categoria esso sia- viene spostato automaticamente nella categoria catastale “abitazione di lusso”. Questo, si capisce subito, non impedisce alla tua dimora di costruire una magnifica piscina senza “saltare” nella categoria “fiscalmente lussuosa” dei castelli e dei palazzi storici. Basta restare entro gli 80 metri quadrati di superficie. Se ti sembra che si tratti di una eccessiva restrizione, guarda la nostra gallery online e scoprirai che anche una piscina con una superficie entro gli 80 metri quadrati ti può dare tutto il lusso e il comfort che cerchi, senza impatti fiscali negativi.